L’imponenza della chiesa prepositurale dà la precisa misura di quanto in passato Bellano abbia vissuto un lungo periodo di fortuna, in particolare fra Trecento e Cinquecento quando rivestiva una posizione di strategica importanza e di rilievo nel comprensorio lacustre (nel Cinquecento Bellano assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano).
Da qui l’edificazione di un potente giro murario, una prepositurale adeguata per dimensioni e prestigio, l’innalzamento di diversi palazzi nobiliari. In origine una più modesta pieve romanica, l’edificio sacro nel tempo crebbe in dimensione e stratificazioni di linguaggi gotico e rinascimentale. Fino, appunto, a giungere all’attuale forma, quella di un complesso d’impronta chiaramente romanico-gotica, con alcune integrazioni giunte nei secoli seguenti. Importante la facciata, connotata dalle tipiche bande bianco e nere di marmo, con quattro lesene corrispondenti che dividono e sostengono le navate.
Di notevole bellezza anche le terrecotte maiolicate del rosone che formano un fregio di grande eleganza. Tutte caratteristiche riscontrabili in altri edifici coevi del comprensorio lacustre, ad esempio quelli di Piona e Dongo. Stilemi riconducibili ai Maestri Campionesi, in una continuità stilistica con i Maestri Comacini, che fra l’XI e il XIV secolo portarono il loro alto magistero e l’impronta estetica nell’interpretazione del l’arte romanica, in molte regioni del Nord Italia, lasciando il loro inequivocabile marchio di fabbrica. All’interno, apprezzabili gli affreschi della volta centrale, i due confessionali in legno intagliato e il battistero marmoreo. Ascrivibili agli ultimi decenni del XVI secolo sono invece la sacrestia e il campanile.
