Marina Apollonio UROBORO

Marina Apollonio 

UROBORO

A cura di Chiara Gatti

San Nicolao Arte Contemporanea

Museo Giancarlo Vitali

Dal 10 luglio al 26 ottobre 2026

Inaugurazione mercoledì 9 luglio ore 18 alla presenza dell’artista.

 

A pochi mesi dall’inaugurazione del progetto BAC Bellano Arte Cultura, il Museo Giancarlo Vitali e l’antico spazio della chiesa di San Nicolao oggi votata al contemporaneo ospitano due installazioni site-specific della grande artista italiana Marina Apollonio, esponente di primo piano dell’arte optical e cinetica internazionale. Reduce dall’importante retrospettiva allestita alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, conclusasi lo scorso marzo, Apollonio approda a Bellano con un progetto inedito, destinato a modificare la percezione degli ambienti che accolgono le sue opere di ampie dimensioni, una Dinamica circolare di 4 metri e mezzo di diametro e una Elisse prospettica di quasi due metri di altezza.

Il titolo della mostra curata da Chiara Gatti, Uroboro, sposa la circolarità dei lavori dell’artista e li lega idealmente all’iconografia sacra che riecheggia in sottotraccia alla storia secolare di San Nicolao, ai suoi affreschi trecenteschi e alle tracce liturgiche dell’originario convento degli Umiliati. Simbolo del cosmo e dell’eterno sin dalla tradizione egizia, l’uroboro era il serpente che, mordendosi la coda, disegnava un anello magico, allegoria dell’infinito rigenerarsi della vita. Una nuova leggenda dalle forme astratte abita ora la chiesa e coinvolge il pubblico in un viaggio sensoriale, in una interazione fisica con l’immagine che inganna i sensi e, allo stesso tempo, li attiva.

Riflettendo sempre sulla forma primaria del cerchio, Marina Apollonio ne ha esplorato negli anni ogni variazione strutturale, al fine di innescare un moto interno, foriero di relazioni dinamiche fra opera e ambiente. In un’epoca in cui le neuroscienze, studiando gli organi di senso, analizzano a fondo la capacità del cervello di interpretare i segnali che lo raggiungono, l’opera d’arte optical – così come fu “concepita” negli anni Sessanta – torna di straordinaria attualità per la sua inclinazione a mettere alla prova il sistema nervoso, invitandolo a orientarsi fra verità e percezione.

Dopo la mostra riservata alle fotografie di Giovanni Hänninen, che ha documentato le diverse fasi del cantiere di restauro in San Nicolao, il BAC apre, con l’uroboro di Apollonio, il programma di mostre progettate per indagare i linguaggi del contemporaneo, posti in relazione all’identità del luogo, del paesaggio e della sua memoria.

Biografia

Marina Apollonio nasce a Trieste il 12 novembre 1940, figlia del critico e docente di storia dell’arte contemporanea Umbro Apollonio. Inizia la propria ricerca creativa stimolata dall’ambiente artistico familiare già dai primi anni Sessanta. Si focalizzerà sulla geometria e sulla psicologia della percezione indagando aspetti visivi non usuali nel mondo dell’arte. Ha lavorato a Parigi nello studio di architettura Édouard Albert. Successivamente in Italia esegue i suoi primi rilievi in alluminio, utilizza colori fluorescenti, si dedica a disegni a china su carta e alle prime dinamiche circolari. In sintonia con le ricerche dell’arte programmata e dell’optical-art, condivide e promuove l’idea di arte depersonalizzata e in contrasto con le correnti informali allora in voga. Conosce Getulio Alviani che la incoraggia a esporre i suoi lavori e, nel 1964, ottiene il primo premio alla biennale “Il Chiodo d’oro” a Palermo. Nello stesso periodo entra in contatto con il Gruppo N, Gruppo T, Dadamaino e il GRAV di Parigi. Ottiene visibilità e stima internazionale partecipando nel 1965 alla collettiva Nova Tendencija 3 svoltasi presso la galleria Suvremene Umjetnosti di Zagabria. Alla galleria Aktuel di Berna è tra gli esponenti della mostra Aktuel ’65 e, nell’ottobre dello stesso anno, partecipa a Works by Alviani, Apollonio, Scheggi alla Galerie Smith di Bruxelles. Nel 1968 conosce Peggy Guggenheim che acquisterà una sua opera esposta nella galleria Paolo Barozzi a Venezia. Presenta i suoi lavori alla collettiva Public Eye presso la Kunsthaus di Amburgo. Sempre nel 1968 realizza i dischi di animazione elettromeccanica intitolati Dinamica Circolare di cui pubblica un’edizione di multipli per il centro Duchamp. Nel 1969 espone alla collettiva Nova Tendecija 4 al Museo di Zagabria. Nella seconda metà degli anni Settanta realizza un’opera in miniatura per il Museum of Drawers di Herbert Distel, per una raccolta di 500 lavori di artisti importanti, tra cui Picasso. Nel 1981 si dedica alla tessitura, presentando le sue opere in molte gallerie. In tempi più recenti, nel 2005 espone alla mostra L’Oeil Moteur al Museo d’arte moderna e contemporanea di Strasburgo. Per la mostra Op Art alla Schrin Kunstahalle di Francoforte finalmente può realizzare un progetto presentato alla Neue Galerie di Graz negli anni Sessanta: un disco rotante di dieci metri di diametro, intitolato Spazio ad Attivazione Cinetica 67-71/2007. In quest’occasione espone insieme agli esponenti storici dell’optical-art tra cui: Vasarely, Riley, Morellet, Le Parc, Gianni Colombo. Nel 2013 partecipa alla mostra Dynamo al Grand Palais di Parigi. Nel 2022 è presente alla 59ª edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia nella “capsula” tematica Tecnologie dell’Incanto.

Dal 12 ottobre 2024 al 3 marzo scorso, Marina Apollonio è protagonista della personale Oltre il cerchio, alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia.

Informazioni

Informazioni generali:
infopoint@comune.bellano.lc.it

Prenotazioni scolaresche e gruppi
superiori alle 15 persone:
gruppi@comune.bellano.lc.it

Altri appuntamenti

Panoramica privacy

Questo sito web utilizza i cookie per consentirci di fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.